Brenda è la mia prima amica qui a Glasgow. Prima era un ingegnere, poi una psicologa in un Centro Tumori, ora ha una cartoleria sovraffollata di curiosità che si chiama Velvet Moon al 79 di St Georges Road. Dice che ogni tanto bisogna cambiare…
Due giorni fa sono entrata nel suo negozio e ci ho passato piacevolmente un’ora e mezza, ma c’era una ragione che andava al di là del feeling puro e semplice: la capivo!
Dalle sue labbra le parole uscivano fuori a forma di inglese, non aveva quell’indugiare su tutte le vocali prima di sceglierne una come fanno gli scozzesi. Quando gliel’ho detto, mi ha spiegato che le sue origini irlandesi per parte di madre mitigavano il suo accento. Avrei dovuto intuirlo che c’era qualcosa di irlandese nella treccia ramata che le ricadeva sulla spalla e nel viso dolce, dai lineamenti non troppo marcati.
Il tavolino era pieno di ciondoli, foulards, telefoni d’epoca, e lei di racconti concentrici. A ventitrè anni aveva scoperto che una bambina faceva un rumore di fogli di carta nella sua pancia, se ne stupì moltissimo, ma poi prese nota, buttò via la sigaretta e non se ne pentì mai. Il secondo le arrivò molti anni più tardi da un uomo che ancora oggi va a prenderla al treno con un mazzo di fiori.
Le ho fatto molte domande sul sistema sanitario scozzese. A quanto pare la pediatria di base non esiste: se sei un bambino molto malato vai in ospedale, altrimenti vai dallo stesso medico dei tuoi genitori. Se sei un bambino sano probabilmente arrivi alla maggiore età che ti ha visitato solo il neonatologo il giorno che sei venuto al mondo. Semplice sì e sicuramente più economico, giusto non credo.
Mi ha consigliato di fare una gita ad Aviemore, al Loch Morlich e alla Cairngorm Mountain che sono tutti vicini. Nello scrivermi questi nomi su un foglietto ha usato l’alfabeto maiuscolo di Charles Rennie Mackintosh, dove ogni tanto una lettera vola più in su delle altre, come un palloncino.
Senza che me ne accorgessi si sono fatte le sei, Brenda ha messo una targa in stile liberty sulla porta del negozio e mi ha salutata, per un attimo ho ritrovato nel suo viso il viso di tutte le mie amiche.
Closed.
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che dolcezza…salutamela…
mi è già simpatica, e anche un pò amica anche se io non la capirò mai (senza interprete, almeno)
Gi, mi hai fatto ridere. Qui faresti delle belle foto. Ti scrivo e ti spiego!
C’è sempre spazio per nuove amiche… ma non dimenticare le VECCHIE!
Tranqui…
amica..sei una melensa romanticona!! comprese le ruminanti Heilan’coo.
mi stai facendo scorrere una lacrima…a me che tra un poco festeggio 10 anni di matrimonio e che tengo la scozia nel mio cuore perchè nostro viaggio di nozze..un grosso abbraccio
Ciao Ste!! Romanticona sì, ma melensa no, dai! Un bacione 🙂 (dieci anni??! ve li portate benissimo)
sei forte B.! e scrivi bene (non solo le nostre lettere aziendali!).. questo potrebbe essere il primo di una serie incantevole di racconti e magari, inaspettatamente, la svolta per cambiare vita, chissà’! (ovviamente andrebbe contro il mio interesse perderti come collega, ma ti leggerei volentieri!)
Continua a scrivere e a tenerci aggiornati,
un abbraccio, Giulia
Cara Giulia! Spero di continuare a fare entrambe le cose. Sarà strano, ma una settimana senza auscultare nessun minorenne mi sembra già troppo! Bacione!
Ciao Dott.ssa, i tuoi racconti sono pregni di quelle piccole cose della vita che la vita ce la fanno diventare così bella, ricca ed emozionante.
E ripercorrere, grazie ai tuoi riferimenti (che siano a Mackintosh, alla parlata scozzese difficile a capirsi, piuttosto che a una zona della città), i – pochi – giorni che ho passato a Glasgow, è un vero piacere!
Una delle cose (negative? boh, chi lo può dire…) che mi impressionò di Glasgow fu il complesso popolare chiamato Red road flat (http://www.redroadflats.org.uk/), che scoprii poi meglio in un film (Red Road, film crudo e loachanamente scozzese) e di cui sarei curioso di sapere il destino… still “lives” on?
..già che il blog è tuo, te lo restituisco! 😉
ciau!
Gianca
ps: a proposito dei consigli fotografici alla esimia rosapedra, perchè intanto non inizi tu a documentare alcune delle storie che ci racconti?!
Caro Gianca, ho talmente tante cose a cui pensare che il fotodocumentario per il momento lo teniamo nel cassetto, ma ci ragionerò su. Del Red Road Flat non so nulla, ma adesso mi hai messo una gran curiosità. Sono contenta delle parole che mi scrivi, sono affettuose e, in poche righe, annullano la distanza geografica. Bacioni!
ripeto, io mi propongo
La donna con la (Canon nella) valigia.
Ciao barbarina come ti avevo scritto mi tieni compagnia la sera, sdraiata nel letto ti leggo, sorrido e ti penso. Olli
In alternativa a Gramellini? Fai comunque bei sogni!
sei forte B.! Continua a scrivere e a tenerci aggiornati, brava forza! Particolare la lettera,
un abbraccio direttamente dal DEA, Marina
Ciao Marina, grazie, vai a riposarti!
Gli amici si somigliano tutti eppure sono così diversi…
Sei quel Francesco lì? Quello musicale? Che bello ritrovarti se sei tu. Anche se non sei tu. Grazie!