La pioggia traccia una riga spezzettata tra estate e autunno, le rose hanno reclinato la testa in una smorfia secca, il fagiolo non è mai germogliato, sepolto nel vaso, principio e fine di se stesso, in un’immanenza leguminosa.
Se la casa è senza davanzali ti tocca affacciarti più spesso sui tuoi pensieri, così si diceva con Renata nel duemilauno, tutti intellettuali qui nelle mansarde, specie quando l’acqua arriva aleatoriamente fino agli abbaini e spesso resti sotto la doccia ad aspettarla con un libro in mano (insaponata).
La mansarda, in particolare se monolocale, è un’esperienza obliqua che può durare solo qualche anno, perchè l’obliquità è contronatura, almeno quanto la mancanza di un fuori per stendere i panni e quei record di temperatura estivi e invernali da “guinness” capaci di compromettere la tua regolazione termica per sempre.
Chi l’ha provata di solito ne ha il ricordo di un periodo fantastico, ma è solo perchè in genere a quell’epoca aveva poco più di vent’anni e tutte le scommesse sulla vita ancora aperte, nonchè un discreto viavai nel cuore.
Nel mio attuale appartamento l’acqua non si interrompe, anzi scorre veloce come il tempo, senza pause per letture umide, talmente veloce che è già ottobre e ieri lungo il viale alberato una castagna ha fatto centro nel cestino della bici come un rintocco segnaletico di mezza stagione.
I miei occhiali verde speranza, fatti apposta per guardare lontano, li allontano soltanto per leggere i bugiardini, i minuti di cottura e gli esantemi maculari dei bambini, per il resto mi sento giovane, dunque la malinconia dura un attimo, giusto il tempo di posare lo sguardo sul numero 2 di quella strada e tornare alla bellezza fluida e in divenire del presente.
Non lo cambierei in ogni caso. Adesso ho un barcone che passa sul fiume, una raccolta di poesie della Szymborska, una proteina nuova che Luigi scoprirà a Baltimora, ma soprattutto un magnifico puzzle da ricomporre da ciò che di prezioso avremo saputo salvare.
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Non ti stancare mai di cercarla, la bellezza, c’e’ sempre … Ci vogliono solo occhi buoni!
Ma cosa e’ un bugiardino?
Un bugiardino è il foglietto illustrativo che è contenuto nelle confezioni di medicine (scritto piccolissimo). Non è una parola universalmente nota..? Forse no. 😦
La tua scrittura e’ sempre sorprendente!
Grazie Gio’!!
piove anche qui e stendo sulle scale, nonostante la terrazza con veranda.
E non mi hai nemmeno chiesto dove fosse meglio stendere, grande! Un bacione!
ahahah, no, non illuderti: l’ha deciso il marito!!!
:((
Dalla Scozia al Maryland? Famoso centro di ricerca, clima umido sub tropicale…dicono sia perfetto per grandi scoperte, ricerche, soprattutto di quello che si potrebbe avere già. Buon Autunno, ma soprattutto buona prossima primavera.
nonnonno, una casa senza possibilità di uscita non fa per me. un nostro caro amico vive in un monolocale mansardato da vent’anni, e solo il tempo di una serata da lui è sufficiente per benedire il balcone e chi l’ha inventato. e comunque io faccio il tifo per luigi.
Luigi era simbolicamente la fiducia nella ricerca, presente e futura, in costante evoluzione.
se hai comunque nostalgia degli abbaini puoi venire da me!
il sottotetto ha il suo fascino ma è meglio non pensare al fatto che rinuncia a vedere cosa succede in strada!
Gli abbaini delle vecchie case torinesi sono comunque molto poetici. Un giorno ci verrò. Grazie, ciao!
Ho sperimentato la fase mansardata solo indirettamente, come discreto viavai nel cuore di una giovane donna, però ho inaugurato da poco quella in cui allontano gli occhiali per decodificare le minute sui bugiardini. Nonostante ciò, come te, mi sento giovane anch’io. Nemmeno più mi preoccupo di ripararmi sotto l’ombrello quando piove.
Pim
E fai bene, anch’io, la pioggia della Scozia mi ha allenata. (Soprattutto a non farmi spaventare dal nostro derisissimo “hit by the air”..!)
Io una mansarda la sogno. E’ grave?
Dipende molto dalla luminosità e dalla possibilità di un terrazzino o simili. Se non la sogni di 35 mq e con i suddetti requisiti non è grave. Altrimenti è un po’ come la sala operatoria, ti stanca.
Ma poi ti manca. 🙂
Pazienza il soffitto obliquo . Ma credo che non potrei vivere in una mansarda senza affacci. strano non ti sia nato il fagiolo. Con i bimbi a scienze li seminiamo sempre perché sono di nascita facile e danno soddisfazione 🙂 Il post è bellissimo comunque. ciao cara
Eh lo so, di solito danno soddisfazione, ma quello era un fagiolo di design con sopra scritto “happy birthday”, era un po’ contronatura anche lui… Baci, pennina.
Sappi che adesso, però, tutti i tuoi amici (compresa me) vorranno un cameo nel tuo pentolino…
Con il ritmo con cui scrivo, sarà assolutamente impossibili accontentarvi tutti. Seminerò i vostri nomi qua e là quando se ne presenta l’occasione. Baci, Ste!
tu sei sempre di una bellezza grande, Barbara, e leggerti è come fare due passi, un piccolo viaggio e rimanere lì, con il naso per aria, a guardare in giro, a guardarsi dentro in giro.
Ecco, io a furia di stare col naso per aria mi sono quasi sfasciata un ginocchio. Meglio prendermi a piccole dosi. Bacioni edp!!
La mansarda è un gran bel pezzo di puzzle! E la castagna che fa centro nel cestino è una mirabile strizzata d’occhio dell’autunno…
Prish
Prish, riesci sempre a fare centro anche tu, di ciò che scrivo, nelle immagini che piacciono tanto anche a me. Un bacione 🙂